Origine dell'esperienza educativa e scolastica

Comunità religiosa

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Comunità religiosa

La comunità religiosa appartiene alla Congregazione della Sacra Famiglia (Martinengo) fondata da Santa Paola Elisabetta Cerioli.

Breve storia di Santa Paola Elisabetta Cerioli

Costanza Onorata – nome di battesimo di Paola Elisabetta – nasce a Soncino il 28 gennaio 1816, dai conti Francesco Cerioli e Francesca Corniani, ricchi proprietari terrieri. Costanza è l’ultima di 16 figli dei suoi genitori, sei viventi alla sua nascita.

Costanza conosce presto sia la sofferenza fisica dovuta al suo corpo gracile e malaticcio che quella morale, la miseria diffusa della campagna limitrofa, verso la quale Costanza viene a conoscenza grazie alla mamma Francesca, conosciuta come “madre dei poveri”; Francesca, con l’aiuto di Costanza, si prende cura dei poveri con provvidenza cristiana.

La bambina riceve l’istruzione e l’educazione delle figlie delle famiglie nobili presso le Suore Visitandine di Alzano Lombardo (Bergamo), entra in collegio all’età di 11 anni e vi rimane per cinque anni, dove con l’istruzione religiosa e le discipline scolastiche, impara la lingua francese, a cantare e a suonare il pianoforte. La sua indole è allegra, docile, operosa, con intelligenza aperta, ed è amata dalle sue compagne a dalle maestre.

Nel 1835, passati tre anni dal suo ritorno in famiglia, all’età di soli 19 anni, i genitori combinano il matrimonio con il nobile Gaetano Busecchi Tassis, di 58 anni, vedovo. Il sistema di combinazione del matrimonio è largamente diffuso in questa epoca presso le famiglie nobili.

Costanza si sottomette alla volontà dei suoi genitori, riconoscendo in essa quella di Dio su di sé. In un primo tempo è invece il marito Gaetano Busecchi Tassis ad avere delle perplessità riguardo alla enorme differenza di età, ma alla fine si decide conquistato dalle virtù di Costanza. Si trasferiscono nel palazzo nobiliare di Gaetano a Comonte (BG). Il matrimonio non è proprio felice, a causa del carattere non troppo mite di Gaetano, dalla differenza di età tra i due e della morte di tre dei suoi figli con pochi mesi di vita. Purtroppo in quest’epoca la medicina non è a livello attuale ed è abbastanza usuale la morte dei figli in età prematura.

Solo Carlo, il secondogenito, sopravvive e verso di lui Costanza esprime con tutta sé stessa l’amore di madre e la sua enorme abilità di educatrice. Il 16 Gennaio del 1854 Carlo, a sedici anni, è colpito da tisi e muore. Ma prima di morire, Carlo, sul letto di morte, dice questa cosa a Costanza: “Mamma, non piangere; il Signore ti darà altri figli da mantenere”. La donna non comprende inizialmente questa frase ma continua a pensare, nel suo dolore, al suo significato. Intanto, nel Natale dello stesso anno, muore anche il marito Gaetano e, in poco tempo, Costanza si ritrova vedova e sola all’età di 38 anni, senza più una famiglia, con un ingente patrimonio da gestire, senza comprendere cosa fare della sua vita.

Inizialmente medita l’intenzione di dedicarsi a Dio, in una Congregazione religiosa, offrendo la sua grande ricchezza a beneficio dei bambini orfani, in ricordo di suo figlio Carlo. Si aggrappa alla fede e grazie alla guida spirituale di Mons. Alessandro Valsecchi e di Mons. Pietro Luigi Speranza, vescovo di Bergamo, scopre un nuovo senso della sua vita e si apre un futuro inaspettato che Dio stava preparando per lei: attraverso momenti difficili e scelte coraggiose, grazie alla fede, si dedica senza riserve a Dio nel servizio dei piccoli e dei poveri.

Nell’aprile del 1855 accoglie nel suo ricco palazzo una orfana della campagna circostante che bussa alla sua porta; in pochi mesi altre vengono ad accrescere quella nuova famiglia che guida con l’aiuto di altre giovani donne che si uniscono a lei per aiutarla nella sua opera. A partire da questi primi passi, contemplando l’incarnazione del Figlio di Dio che si spoglia della sua divinità e vive in una povera famiglia , quella di Giuseppe e Maria a Nazaret, decide di dedicare tutta sé stessa e le sue sostanze all’accoglienza e all’educazione dei figli orfani della classe contadina, la più povera del suo tempo.

Piano piano matura in lei la decisione di fondare una Congregazione religiosa di suore e poi una di religiosi (sacerdoti e fratelli laici), le cui comunità siano come buone ed accoglienti famiglie cristiane, abbiano come modello la Sacra Famiglia di Nazaret, e possano accogliere ed educare ragazze e ragazzi orfani, offrendo le condizioni per costruire un avvenire degno dei figli che Dio ama.

L’8 dicembre del 1857 si consacra a Dio con i voti religiosi insieme a cinque compagne, fonda l’Istituto delle suore della Sacra Famiglia, il 23 gennaio 1858 assume il nome di Suor Paola Elisabetta. Dà vita a diverse case nel territorio bergamasco e cremonese in cui accoglie diverse orfane.

Il 4 novembre del 1863 dà inizio all’Istituto maschile superando non poche difficoltà, ed accoglie i primi orfani nella casa di Villa Campagna di Soncino. Così si sono avverate le parole del figlio Carlo, il Signore gli ha dato altri figli da mantenere divenendo appunto madre di altri figli, donando tutto per loro.

Paola Elisabetta Cerioli muore il 24 Dicembre del 1865 all’età di 49 anni, affidando alla Provvidenza l’Istituto femminile già avviato e il seme, appena gettato, di quello maschile. Nel 1950 viene proclamata beata e il 16 Maggio 2004 San Giovanni Paolo II la proclama Santa.

La Congregazione della Sacra Famiglia, sia maschile che femminile, si è sviluppata nel corso degli anni, oltre in Italia, anche in altri continenti quali Africa e America del Sud con scuole, case famiglia e centri di accoglienza.

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